In
 nessun tempo, nella storia del pianeta, si è pervenuti a modificare le 
caratteristiche naturali delle sue risorse né a minarne gli equilibri e 
la stessa sopravvivenza come nel tempo che ora stiamo vivendo.
Il pericoloso
 utilizzo dei derivati del petrolio e/o delle scorie radioattive; le 
perforazioni e l’estrazione degli idrocarburi e la loro raffinazione; 
l’aumento esponenziale delle emissioni di anidride carbonica così come 
quelle di biossido di azoto e di zolfo; la presenza sempre più 
opprimente degli inquinanti industriali (solventi, nebbie acide e 
metalli polveri); le colture intensive e la loro manipolazione genetica a
 scopo produttivo e alimentare; l’inquinamento delle risorse idriche, 
dei terreni e dell’atmosfera e la cementificazione sempre più vasta 
delle zone verdi, la mortificazione delle foreste e la distruzione dei 
fondali marini, non si giustificano neppure dal punto di vista del più 
bieco interesse socio-economico.
Alcune
 delle rovinose conseguenze sull'ambiente sono, per il momento, le 
piogge acide, il buco dell'ozono, l'effetto serra e l’inquinamento dei 
mari, prodromi della catastrofe imminente. Una disastrosa conseguenza 
sull’uomo di tutto questo è, infatti, il brutale peggioramento della 
qualità della vita e dal punto di vista sanitario, l’aumento 
dell’incidenza di molte patologie tra le quali, in ascesa esponenziale, 
quelle tumorali.
Se
 gli esiti delle nostre azioni diventeranno l’eredità che ci apprestiamo
 a lasciare ai nostri figli allora non avremo paraventi ideologici 
dietro i quali nasconderci quando ci sarà chiesto il motivo del disastro
 compiuto.
Finché
 siamo in tempo è allora necessario ridisegnare/riprogettare lo scenario
 dei nostri interventi, immediatamente, adeguando il passo del progresso
 alle esigenze reali dell’uomo, scegliendo, al di là dei miti di scienza
 e tecnologia, “la centralità della vita che continua” in tutte le sue 
possibili forme ed espressioni, come valore universale.
Per questo chiediamo che:
1.
 Utilizzando le conoscenze e le tecnologie di loro competenza, tutti 
coloro che hanno la possibilità di incidere, in maniera efficace, sulla 
formazione del sapere condiviso, devono fare proprio il valore 
universale della centralità del benessere del pianeta, contribuendo alla
 salvaguardia e al miglioramento della qualità della vita futura, 
opponendosi al saccheggio delle risorse disponibili, patrimonio di tutti
 e per questo, non soggetto alle leggi economiche del profitto di pochi.
2.
 Tutti i governi e gli uomini politici che sono responsabili della 
amministrazione degli Stati, devono considerare, come legge morale 
imprescindibile, l’impegno incondizionato atto a contrastare la deriva 
distruttiva dei suoli e dei mari del pianeta.
3.
 Tutti i governi e gli uomini politici si devono impegnare a non cedere 
ad interessi consumistici e a barbare manovre di profitto sterile che 
minano i delicati equilibri dell’ambiente nel quale viviamo, a 
salvaguardia del futuro della vita sulla terra.
ADESIONE:
Tutti,
 soprattutto quanti operano nel mondo delle scienze e delle arti, che 
sono in accordo con i principi enunciati nel MANIFESTO DELL'ADRIATICO, 
si impegnino a fare il possibile, attraverso la testimonianza e la 
sensibilizzazione, perché, ovunque nel mondo, si riconsideri il ruolo 
centrale della tutela ambientale come missione principale dell’uomo e il
 futuro possa ancora riservare alle generazioni a venire le risorse e le
 bellezze che, così sconsideratamente, stiamo distruggendo.
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